L’immagine è un dato di fatto
La missione dell’arte: occupare tutti i muri del mondo.
Andrea Marescalchi vive a Firenze, il suo studio è in pieno centro.
Si definisce “pittore” e non artista, dipinge con la china perché il nero è un colore e la gamma dei grigi presenta descrizioni cromatiche più sincere. Un punto di rosso però appare in ogni sua opera, forse perché affascinato dall’Oriente. Altri elementi che ricorrono nei suoi dipinti sono il quadrato magico e le sequenze di numeri, perché i due linguaggi, la pittura e la numerologia, fanno “saltellare il cervello in modo differente”.
Lo studio è il luogo nel quale creare, pensare. Su una parete un ritratto di Grigori Perelman, matematico russo che ha risolto la congettura di Poincaré, allergico a premi o riconoscimenti.
Molte le cose raccontate, non solo su di se’, ma anche osservazioni sulle dinamiche in arte, sul perché “senza apparati”, e cioè scritti, documentazioni e archiviazioni un’opera non può essere considerata “un dato di fatto”, quando basterebbe solo viverla.