Milano, studio di Federico Tosi (Milano, 1988).
Scultore e disegnatore, utilizza materiali diversi perché ogni lavoro esiste e vive del materiale di cui deve essere composto. Ha sempre disegnato da quando era bambino, ha frequentato il Liceo Artistico, l’Accademia e un Master, ha viaggiato ed è stato assistente di altri artisti, fatto tatuaggi in casa e l’allestitore in gallerie, esperienza dalla quale ha imparato molto, come ad esempio trasportare le opere.
Materiale e pensiero sono corrispondenti, perché nel suo processo di lavoro ne utilizza diversi, da quelli tradizionali come le terrecotte e il bronzo, ma anche le resine, il silicone, le ossa, il cemento… sperimentandone le potenzialità espressive.
Impiega diverso tempo a realizzare ogni scultura in quanto è lunga la fase di preparazione, e “fare i dettagli spesso in negativo prende tempo”, racconta. Lavora su più progetti altrimenti si annoia: negli ultimi due anni ha realizzato la mostra Vento forte, Galleria Monica De Cardenas a Zuoz, una installazione robotica che porta il nome di Almost, presentata a Torino ad Artissima nel 2021, di cui parla nell’intervista; appassionato di fumetti (come racconta nel dialogo sulle sue scelte di lettura) sta realizzando il fumetto Tales of Daria, tavole ispirate a questa protagonista così potente dalla quale sono state generate anche le ultime sculture.
“L’egocentrismo è una cosa, essere egoriferiti è un’altra. Mi interessa lo sguardo delle persone sul mondo”.
“L’arte è immediatamente immersa in un contesto politico, quindi quando un artista si esprime con il proprio lavoro non deve dimenticarsi di questo, deve parlare di cose che accadono perché chi le osserva abbia la possibilità di farle entrare nella propria vita, senza il muro dell’autobiografia dell’artista, perché quella non è interessante…”.
Durata dell’intervista. 10.08