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Alfredo Jaar, Venezia, Venezia

Al Padiglione del Cile stupore ed entusiasmo davanti all’opera di Alfredo Jarr. Una grande vasca con acqua dello stesso colore di quella della laguna, una sorta di specchio immobile, che in un primo momento appare come uno spazio neutro dove proiettare visioni. Ma poi emerge lentamente un modellino dei padiglioni dei Giardini, e questo fa pensare a come era la Biennale quando è sorta e come è diventata ora, in un mondo sempre più globalizzato. Ma gli artisti devono avere confini?

L’altra domanda che viene spontaneo porsi è: la cultura affonda? sì, ma poi riemerge. L’arte può resistere.

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