L’arte deve essere di rottura
“Sono un artista che privilegia un’idea, un concetto, non seguo i materiali. Cerco un nuovo punto di vista rispetto a quello che è accademicamente in pittura, nel disegno, nell’installazione, nella performance e nel video”.
“Un artista deve cercare situazioni estreme anche dal punto di vista sociale, per poi poter lavorare all’interno di una società e mettere in crisi il sistema stesso”.
Questi alcune delle riflessioni di Paolo Canevari, incontrato in occasione di un suo passaggio a Reggio Emilia. Vive a New York da diversi anni, ma in Italia ritorna perchè ha uno studio ad Amelia, in Umbria. Il suo concetto di studio è distante da quello di un luogo definito, preferisce creare e lavorare dove si trova, senza essere legato ad un particolare spazio.
Delinea la figura dell’artista come colui capace di fare una rivoluzione non con le armi, ma con il pensiero: una sorta di Don Chisciotte che agisce in una società materialista e può portare una luce con la sua visione. L’arte contemporanea deve innescare un virus nel pensiero della gente.
Consiglia la lettura dei testi di Pasolini.
Foto di Dario Lasagni