Roma, studio di Angelo Bellobono (Nettuno, Roma, 1964), artista che vive tra Italia e New York, oltre ad alternare periodi in montagna. Interessato all’antropologia e alla geologia, ai territori e ai suoi confini, con la pittura non tende a descrivere, ma ad evocare atmosfere, perchè il quadro è da lui inteso come un dispositivo visivo per andare oltre l’immagine che contiene.
Pittura è per lui un luogo di confronto continuo. Attraverso l’arte ha interagito con le popolazioni dell’Alto Atlante in Marocco, portando attenzione a piccoli luoghi poco conosciuti o frequentati grazie al coinvolgimento delle persone, mentre recentemente ha lavorato con i ragazzi di Amatrice, dopo il terremoto, realizzando con loro la mostra Io sono futuro.
“L’arte può essere uno strumento, un attivatore per creare quella connessione sociale, quella condivisione che può portare a un processo diverso rispetto a quello dell’arte. In questo entra in gioco il concetto di responsabilità dell’artista che coinvolge le persone in un progetto visionario, e per fare questo è importante agire con delicatezza, rispetto, competenza e passione”.
Visita in studio ottobre 2016
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