Sulla luce o la sua assenza
Giovanni Ozzola (Firenze, 1982) ha lo studio a Prato.
Realizza fotografie, video e installazioni: codifica esperienze, percezioni.
Non fa postproduzione, ogni lavoro è una esperienza a sè, incentrato sull’osservazione del dato reale. Giovanni legge con attenzione il reale, sa che il nostro cervello riprogetta costantemente quello che guardiamo “in diretta”, che i parametri culturali molto spesso ci impediscono di guardare, “vedere”, e che la realtà spesso coincide con l’idea che noi abbiamo di essa.
Togliersi filtri culturali, essere liberi di leggere la realtà e quello che percepiamo vivendo è un lavoro: le sue immagini sono “rivelazioni” di una realtà spesso sfuggente, momenti che solo con sensibilità e attenzione si riescono a cogliere e a fissare, narrare.
Abbiamo conversato del suo lavoro, della differenza tra le fotografie, che per lui sono “il culmine di una esperienza” e i video, che invece rappresentano “la possibilità di fare esperienza”, della percezione dei colori e delle ombre, di quello che lo interessa, dalle cose “pop” agli approfondimenti di determinati temi.
L’artista ha una vita particolare anche per gli incontri che ha occasione di fare con persone speciali, come ad esempio i collezionisti, che lui definisce “abbastanza incredibili”.
“L’artista è un mondo”.