Lia Pantani e Giovanni Surace vivono a Calenzano, vicino a Firenze.
Coppia nella vita e anche nel lavoro, hanno una figlia e insegnano entrambi all’Accademia (a Bologna e Firenze).
Le loro esposizioni sono “eventi”: i progetti installativi e performativi che realizzano si basano sulla memoria, sulla mutevolezza delle cose e giocano sulle logiche dello stupore e del caso, richiamando esperienze dimenticate, agendo sull’interiorità.
Lo spettatore è chiamato sempre a un ruolo attivo di fronte a queste performance, della durata più a meno lunga (a volte di poche ore), delle quali rimangono oggetti, ma in particolare percezioni impresse nella coscienza.
Interessante la riflessione, a due voci, sulla loro pratica artistica.
Giovanni e Lia, nel corso dell’intervista, avevano poggiato i piedi su una loro opera, una distesa di coriandoli di gesso. Si sente il rumore dei coriandoli calpestati, che creano una specie di musica di sottofondo.