Etica che esprime l’estetica
Prima parte dell’intervista a Michele Zaza; i suoi studi sono a Bari e a Roma, ma lo abbiamo incontrato a Milano negli spazi della Galleria Bianconi. Si è raccontato con generosità, a partire dal significato che attribuisce al colore blu, che per lui ha la valenza cosmica di “eterno presente” .
Michele Zaza racconta del suo immaginario legato alle letture dei filosofi antichi, parla di tempo circolare e non lineare, come è il blu, appunto, di “viaggio” come di un ritorno verso se’ stessi, del “corpo” che è un’idea, mentre il corpo è il luogo di resistenza all’opacità del quotidiano, perché il vissuto svela una trasfigurazione, una trascendenza che si radica nella capacità estatica dell’artista.
Analizza la vita di artista a partire dalla sua, un lavoro continuo di analisi, di ricerca e sintesi per contrastare l’ovvietà, per cercare altre dimensioni.
Il quotidiano distrugge l’arte, ma l’arte risorge per uccidere il quotidiano.
L’arte deve porsi come “situazione di significato, significazione”, non come estetica fine a se’ stessa.
Si ringrazia Renata Bianconi.
(Audio in sala un po’ disturbato)